Dalla richiesta di fermarvi oltre l’orario di lavoro a quella di farvi carico di un progetto poco gradito, molto probabilmente vi è capitato di trovarvi nella posizione di voler dire di no al capo. Ma ci siete riusciti? Opporre un rifiuto non è mai facile e lo è ancora di meno quando dall’altra parte c’è il boss.
Scoprite qui perché è (sembra) tanto complicato e come imparare a farlo.
Perché non sapete dire di no?
Dire di no può costare un’enorme fatica, anche quando è l’unica risposta giusta per voi. Ma perché accade?
La paura di rovinare un rapporto e/o di perdere un’opportunità è una delle principali cause dell’incapacità di esprimere la propria vera volontà. Quando non riuscite a dire di no, date voce al vostro desiderio di essere benvoluti e apprezzati. Oltre a rispondere a un malinteso bisogno di essere educati.
Nell’incapacità di opporre un rifiuto pesa pure una forte componente di senso di colpa, che prende forma nel sentirsi obbligati ad aiutare gli altri. La difficoltà a pronunciare il fatidico monosillabo è legata anche al fatto che il “no” possa sfociare in un conflitto e nel non volere rimanere coinvolti in discussioni o litigi.
Eppure, questo groviglio di emozioni è meno inestricabile di quello che appare. Quando vi sembra che il vostro rifiuto possa essere un dramma, prendetevi una pausa e chiedetevi:
- So per certo che il mio no avrà conseguenze negative e/o mi causerà dei problemi?
- Sono sicuro che dire di sì mi porterà dei vantaggi e mi renderà amato e popolare?
Dire di no al capo è un diritto e un dovere
Se dire di no a un familiare o un amico è difficile, dire di no al capo lo è ancora di più. E la ragione è semplice. Il lavoro è una componente fondamentale della vita di un individuo.
Quando il boss chiede qualcosa, sull’eventualità di opporre un rifiuto pesa la preoccupazione di venire considerati pigri, disinteressati o inaffidabili. La paura ultima è di vedere danneggiata la propria carriera o addirittura di perdere il posto. Ma si tratta di un rischio concreto o della proiezione di un vostro pensiero?
Provate a chiedervi:
- Se dico di no, qual è la cosa peggiore che può accadere?
- Rispondere di sì migliorerà realmente la mia posizione?
Essere troppo disponibili può risultare controproducente. Agli occhi del capo, rischiate di passare per dei collaboratori passivi e senza capacità decisionale. Invece, opporre un rifiuto può fare arrivare al boss il messaggio che non siete dei semplici esecutori, ma che sapete valutare le situazioni e gli impegni e siete meritevoli di rispetto e fiducia. Non solo, dimostra anche che avete consapevolezza di voi e del valore vostro e del vostro lavoro.
Come dire di no al capo
Dire di no può avere conseguenze positive sulla considerazione che il capo ha di voi e sulla vostra carriera. Ma (ovviamente) il vostro rifiuto deve essere opposto in modo adeguato. Il “no” al boss deve essere trasparente e onesto.
Siate essenziali e non cedete alla tentazione di dilungarvi in spiegazioni e scuse. Esprimete in poche parole per quale ragione non potete fare straordinario o occuparvi di un dato progetto e proponete una soluzione alternativa. Mostratevi cortesi e collaborativi, ma fermi sulla vostra posizione. Tentennare e ritrattare fa perdere credibilità alle ragioni del vostro rifiuto e anche a voi.
Per imparare a dire di no al capo, “allenatevi” a farlo in condizioni meno stressanti, nella vita di tutti i giorni. E per alcuni interessanti spunti di riflessione e utili consigli pratici, date un’occhiata al libro Come dire di no senza sentirsi in colpa di Breitman Patti e Hatch Connie.
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