La capacità di superare i propri limiti è un elemento costitutivo del processo di sviluppo, miglioramento e crescita personale. Ma quello del “limite” non è un concetto negativo in senso assoluto. La radice della parola è comune a due termini latini con significato speculare: limes, limitis e limen, liminis. Il primo indica un “confine”, mentre il secondo una “soglia”. E proprio questa ambivalenza racchiude il modo e la strada per “andare oltre”.
Riconoscere e accettare i propri limiti per andare oltre
Il limite è uno spartiacque tra chi si è e chi si potrebbe essere, ma per passare da uno stato all’altro è necessario riconoscere dove finisce la propria realtà. Questo vuole dire prendere atto delle proprie mancanze e debolezze e capire se e in che modo è possibile superarle, accettando il fatto che alcuni limiti potrebbero rivelarsi invalicabili.
La società contemporanea promuove una cultura che sostiene che sia possibile essere tutto quello che si vuole, ma è un approccio semplicistico e pericoloso. Alzare sempre l’asticella è una stortura alimentata da un irrazionale mito di “onnipotenza” e porta esattamente al risultato opposto. L’azione di perseguire obiettivi irrealistici ha un effetto negativo sull’autostima e la fiducia in sé stessi e precipita in una spirale di insicurezza e paura che non solo non amplia i confini della propria realtà, ma li fa diventare sempre più angusti.
Riconoscere e accettare i propri limiti non vuole dire arrendersi, bensì prendere atto di ciò che è possibile e non è possibile essere e fare e agire per realizzare ciò che è possibile essere e fare. In altre parole, in molti sognano di diventare uno scrittore di grido, un cantante famoso o un campione dello sport, ma non tutti hanno il talento e le qualità per riuscirci. Ammettere di non essere il nuovo George Bernard Shawn, la nuova Lady Gaga o il nuovo Messi non è una sconfitta, bensì è una presa di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità, che delimita un confine (limes, limitis) e allo stesso tempo traccia la soglia (limen, liminis) di una porta che conduce a nuove e diverse opportunità.
Consapevolezza, resilienza e obiettivi: le chiavi per superare i propri limiti
Quando ci si trova davanti al fatidico confine/soglia, una tentazione molto forte è quella di scappare, di pretendere che non esista e di continuare a essere e fare affidando a un improbabile deus ex machina la responsabilità di cambiare le cose. Ma restare nella comfort zone non è una soluzione. Prima o poi la questione si ripropone e con il passare del tempo diventa sempre più complessa e difficile da gestire. Per questo è necessario affrontare il limite nel momento in cui lo si incontra. E il primo passo consiste nel prendere atto di cosa significa.
Nella sua accezione di confine, il limite svela debolezze e mancanze e costringe a fare i conti con una parte di sé che non piace e che si vorrebbe ignorare. Ma è proprio qui che diventa una soglia. Riconoscere e accogliere le proprie imperfezioni è il punto da cui partire per lavorare su sé stessi, migliorare le proprie capacità e acquisire nuove competenze.
È chiaro che si tratta di un processo che richiede determinazione, costanza, pazienza e che nella maggior parte dei casi non procede in maniera spedita. Gli ostacoli e i fallimenti sono inevitabili, ma per quanto dolorosi, costituiscono una straordinaria (ulteriore) occasione di miglioramento e crescita personale. La saggezza popolare ammonisce che “è inutile piangere sul latte versato” ed è proprio così. Recriminare e fare la vittima non serve a nulla, consuma inutilmente energie e tempo e impedisce di andare avanti. L’errore o la sconfitta vanno analizzati per capire cosa è accaduto e reagire in maniera positiva e costruttiva, trasformando le difficoltà in una esperienza di insegnamento e rinnovamento.
La battuta di arresto è un segnale, un campanello di allarme che qualcosa non va e “mette in guardia” rispetto al modo in cui si affronta la realtà. Il fallimento può essere causato da fattori che sfuggono al controllo o da credenze e pensieri negativi che portano ad agire in maniera non efficace. Ma può anche essere la conseguenza di obiettivi mal posti (e spesso lo è). Prendere consapevolezza di sé, dei propri mezzi e capacità e lavorare per migliorarsi sono azioni chiave per superare i propri limiti. Ma il processo diventa molto arduo se non si stabilisce dove si vuole andare in modo realistico, chiaro, onesto e coerente con le proprie aspirazioni e capacità.
Le abitudini vincenti per superare i propri limiti
Per superare i propri limiti non esiste una “formula magica”, ma ci sono alcune “buone abitudini” di grande utilità. La prima consiste nell’evitare di assumere un atteggiamento rinunciatario. Credere e affermare di non potercela fare sabota ogni iniziativa fin dal principio. È chiaro che negare i problemi e le difficoltà è ugualmente dannoso, ma avere un pensiero e un comportamento positivi non significa essere dei sognatori, che non hanno idea della realtà. Al contrario, vuol dire essere proattivi rispetto all’ostacolo e mettere in pratica un approccio realistico e concreto per trovare una soluzione.
Un’altra “abitudine vincente” è quella di osare e uscire dagli schemi. Pensare e agire sempre nello stesso modo è rassicurante, ma – per l’appunto – limitante. Mettersi in gioco, cambiare, guardare le cose da una prospettiva diversa sono tutti comportamenti che si rivelano molto efficaci nell’affrontare e superare i propri limiti.
Ultima ma non ultima, smettere di avere paura di sbagliare e di preoccuparsi di cosa possono pensare gli altri è una buona abitudine per liberarsi dal mito della perfezione e non restare bloccati davanti a ostacoli e difficoltà.
A cura di: Patrizia Saolini
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