Pensare al futuro fa parte della natura umana. Ma spesso e volentieri, il domani diventa un’incognita spaventosa e piena di insidie, che rende difficile e doloroso vivere il presente e impedisce di cogliere le opportunità che offre.
Perché accade? E soprattutto, è possibile sottrarsi a questo meccanismo annichilente?
Cos’è la paura del futuro
La paura viene definita come un’emozione primaria di difesa di fronte a una situazione di pericolo “reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia”, che genera una serie di reazioni fisiche e porta a mettere in atto diversi comportamenti e strategie che hanno come fine l’autoconservazione. Dunque, la paura del futuro è una condizione naturale e normale. E anche necessaria, dal momento che gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza.
Tuttavia, quando prende la forma di un pensiero irrazionale e ossessivo per qualcosa che non si conosce e non si sa se accadrà mai, perde la sua accezione positiva e diventa un ostacolo per la realizzazione di se stessi e della propria vita (se non addirittura un pericolo). L’idea ricorrente che possa succedere qualcosa di doloroso, spaventoso o terribile genera una condizione di inquietudine e ansia che porta a comportamenti evitanti e all’immobilismo, con il risultato che si finisce con il non vivere il presente e perdere le opportunità che offre.
D’altra parte, la paura del futuro in psicologia è considerato uno “spostamento”. Ovvero, un modo per esprimere un’altra cosa. In questo caso, la paura del presente. Dunque, in definitiva, concentrarsi su problemi possibili è un modo per evitare di affrontare problemi reali.
Ma la verità è che contro le ombre, i fantasmi, non si può fare niente. Invece, quella contro un “nemico in carne e ossa” è una battaglia che si può combattere. E vincere.
Come superare la paura del futuro e vivere il presente
Capire che la paura del futuro è un modo per non affrontare qualcosa che non funziona nel presente è il primo passo per “spezzare l’incantesimo” che impedisce di vivere la realtà di ogni giorno e di cogliere le opportunità che offre. Quello successivo consiste nel concentrarsi sul qui e ora. Ma cosa vuol dire?
Per prima cosa, significa sviluppare consapevolezza di sé, ovvero guardarsi dentro e fare chiarezza sulla persona che si è e che si vuole diventare, riconoscendo e accettando in maniera lucida e con onestà i propri punti di forza e le proprie debolezze. Questa presa di coscienza è fondamentale, perché permette di mettere a fuoco e definire i propri obiettivi e di vivere il presente e guardare al futuro in modo realistico e con una paura “sana” e non alimentata dalla confusione e dalla indeterminatezza generate dalla mancata conoscenza di se stessi.
A cascata, sapere chi si è e dove si vuole andare sono ciò che consente di costruire la propria “vision”. In altre parole, sono gli estremi dentro ai quali è possibile dare forma al proprio progetto di vita e/o lavoro, partendo dalle proprie capacità, competenze e mancanze per stabilire una strategia efficace per tagliare il traguardo. E questa conoscenza, per quanto imperfetta e soggetta a cambiamenti, è qualcosa di concreto e sul quale si può agire, di fatto cogliendo le opportunità che il presente offre.
È importante tenere presente che un simile processo richiede costanza, determinazione e pazienza e che battute di arresto e fallimenti (piccoli e grandi) possono capitare. Quello che conta è non considerare una sconfitta come la fine di tutto, ma come una occasione per crescere e migliorarsi. Il coraggio di (re)agire e un atteggiamento positivo e di fiducia in se stessi sono due elementi chiave per superare la paura del futuro, vivere il presente e riconoscere e cogliere le opportunità che la vita offre ogni giorno.
A cura di: Patrizia Saolini
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